domenica 23 aprile 2017

Parigi

L'ultima volta che sono stata a Parigi era il 2005. Avevo raggiunto mio marito, che era lì per lavoro, e stavamo in un hotel Mercure a Saint Quentin en Yveline, perché era vicino al suo ufficio. Da Saint Quentin era abbastanza comodo arrivare in centro a Parigi con un treno e mi piaceva uscire dalla stazione di Montparnasse e avere a disposizione la città. Era meno bello riprendere il treno e tornare a Saint Quentin, perché lì, nonostante ci fossero centri commerciali e ristoranti, si avvertiva già l'atmosfera pesante che qualche tempo dopo sarebbe sfociata nelle rivolte delle banlieu.
Ma io la prima mattina, mentre mio marito lavorava, avevo preso l'autobus ed ero andata a Versailles. Poi, nel pomeriggio, avevo girato per il Quartiere Latino, ritrovando le strade familiari e l'albergo in cui avevo soggiornato poco tempo prima. Ero passata accanto a Les deux Magots prima di entrare in una libreria che piaceva anche a mia sorella. Ricordo di essere entrata più tardi in un'altra libreria sugli Champs Elysées e di aver comprato La bouche cousue di Mazarine Pingeot.
E, passando da quelle parti, avevo pensato alle due volte in cui avevo visto gli Impressionisti al Jeu de Paume, prima di rivederli tante altre volte al Musée d'Orsay.
In questi anni avrei voluto tornare a Parigi, trovare un albergo nel Quartiere Latino, rientrare in quella libreria, ma poi c'era sempre qualcosa, o gli orari dei voli, o i loro costi, o un problema con gli alberghi, e alla fine abbiamo scelto altre mete. Siamo tornati invece varie volte in Francia, anzi, il legame con questo paese è diventato anche più forte, grazie ad un'amica importante.
Ma da qualche tempo, quasi inconsciamente, ho smesso di cercare i voli per Parigi e un albergo nel Quartiere Latino. Ci sto pensando da giovedì, anche se evitare Parigi non ha molto senso, ma soltanto, per ora, ci è passata la voglia.

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